Bulimia #1 " Il tempo scorre"

9 aprile 2018

Altro tempo perso sul cesso. Altro tempo perso a compiangermi, in apatia, chiedendomi cosa diverrò. 
Altro tempo…che non riavrò. 
È intanto le commissioni si accumulano, lo studio diventa insormontabile e il mio profilo sempre più rotto.  
Il temo avanza, il decadimento del mio corpo avanza: ustioni in bocca, digestione infinità, carie a non finire. 
Voglio distruggere il tempo ma sto distruggendo me stessa. 
Vedo la lancetta cadere verso il 6 ma poi rialzarsi verso il 12: i suoi meccanismi, la sua logica gli permettono di avanzare. 
La mia logica, i miei meccanismi non mi hai mai permetto si procedere, sono la mia zavorra, il mio scudo, il mio carburante. 
Dove sono finite le mie scorte? 
Più guardo il l'acqua del water scorrere più penso che forse, oltre al cibo, sto buttando me stessa. 
Che diritto ho di sprecare tutto quel cibo? Che persona sono? 
So che domani andrà meglio, che non butterò al vento del cibo prezioso… non è vero? 
Quante volte ho ripetuto questa frase a me stessa? Quante volte ho cercato una scusa per non stare male?  
"Non ho il diritto neanche di stare male?" mi sono sempre ripetuta. Ora è tempo che inizi il "Ho il diritto di stare bene, di essere felice". 
Non esiste però il bianco o il nero, giusto? Viviamo nel mondo delle ombre, delle mille sfumature, dei raggi gloriosi e della notte più terrificante. Io dove sono? Nel mezzo delle ombre? Sto pensando a schemi, il mio preciso codice binario: o tutto o niente. 
Intanto il tempo va per la sua strada, lasciandomi a contare i miei sbagli, a biasimarmi per il mio riflesso. 
Mi consolo con il cibo, mi riempio di endorfine, mi riempio di odio, di panico.  
Devo vomitare. 
Vomitare il mio piacere, vomitare i miei dispiaceri, svuotarmi da quelle cose impure, tornare ad avere il controllo di questa auto sgangherata. 
Sono questo oramai: un veicolo usurato dal tempo, calpestato da esso. Gliel'ho forse permesso io? Mi ha forse calpestata quando ancora non avevo armi?  
Cosa mi resta ora? Sono questo scudo demolito che oramai è parte di me, dentro di me, sono io lo scudo. Ed ogni ferita che porto addosso ho scelto io di sobbarcarmela, potevo combattere, urlare, agitarmi, invece ho scelto la strada dell'implosione: eccola la mia voracità.  

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